A dicembre del 2010 si inaugura a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta la più completa rassegna antologica di opere dal 1950 al 2010. Promossa dalla Regione del Veneto con il supporto del Gruppo Euromobil e curata da Michele Beraldo e Dino Marangon, la mostra si precisa con un taglio espositivo inedito: ogni opera è scelta in relazione al nero come dominante, spesso assoluta.
Gli ultimi lavori esposti, che segnano la fase successiva alla serie dei “Flipper”, sono invece caratterizzati da una accentuata materialità e dalla remissione “di qualsiasi progetto teorico” e, inoltre, impegnano sul piano teorico l’artista le cui caustiche riflessioni vengono pubblicate a catalogo:
Quanta nostalgia nel ripensare alle ideologie che sostenevano i principi dei maestri delle cosiddette “avanguardie storiche”. Il loro credo spirituale è del tutto smarrito nel tempo. Del tutto anacronistico oggi percorrere temi sulla “spiritualità”, parola oramai in disuso a costo di dimostrarsi al di fuori della realtà. Oggi tutto viene espresso attraverso corporeità varie: l’organo pensante non è più il cervello ma è sceso esattamente “dall’ombelico in giù”! Metafora naturalmente, per non dire anche peggio. Da augurarsi che non tutti i rappresentanti della specie umana siano integrati in questo meccanismo perverso, perché solo loro saranno la salvezza del mondo.

Nell’inverno del 2011, mentre è ancora in corso l’esposizione antologica a Villa Contarini, si apre alla Galleria del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto una mostra di opere inedite su carta risalenti al 1981, periodo durante il quale l’artista, lasciandosi contaminare dalla “fibrillazione culturale che si agitava all’esterno”, immagina una possibile riformulazione del proprio lavoro facendo coesistere linguaggi differenti che non escludono la possibile rappresentazione della figura umana.

Nel 2011, anche in relazione al compimento dei suoi ottant’anni, il Gruppo Euromobil presenta le opere di Finzi al Salone Internazionale del mobile di Milano, mentre la Galleria Spriano di Omegna, che a partire dagli anni novanta aveva acceso l’interesse per il suo lavoro con mostre personali o in coppia con autori come Olivieri e Hsiao Chin, completa la serie degli omaggi – avviati con l’esposizione antologica di Piazzola sul Brenta.
Sul versante delle collettive “Le silenziose vie dell’astrazione”, curata da Fiorenzo Degasperi a Borgo Valsugana, riunisce all’interno della cornice medievale di Castel Ivano le opere più recenti di alcuni giovani artisti come Parisi e Tessadri con quelle dei già affermati Cappelletti e Pellegrini e dei maestri Senesi, Nangeroni e Finzi, rappresentato dalla “serie dei Flipper”.
Di vasto interesse sono inoltre le ricognizioni storiche sul cinetismo e l’arte programmata a cui l’artista prende parte e che amplificano ulteriormente l’interesse critico e commerciale verso le opere anni sessanta e settanta. Mentre i Musei Civici di Treviso ospitano la cospicua e significativa raccolta di opere provenienti dal museo Umbro Apollonio di San Martino di Lupari (“Struttura-Luce-Vibrazione”, 1967), nel 2012 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma presenta, a cinquant’anni dalla celebre mostra itinerante nei negozi Olivetti di Milano e Venezia, la più ampia testimonianza della cosiddetta “ultima avanguardia”, ripercorrendo ogni singola sua proposta, di gruppo e individuale (“Cromovibro” del 1975).
Nel contempo assiste la moglie Barbara fino alla sua dipartita nell’estate del 2013. Dopo un periodo di distanza dal lavoro torna a dipingere, facendo riemergere il colore.

“Il colore ritrovato” è il titolo delle nuove opere realizzate nel corso del 2013 e del 2014, a cui si aggiunge l’ulteriore serie intitolata “il gioco del doppio” nell’ambito della quale “tornano a confluire e a convivere – come scrive Marangon nella presentazione delle mostra a Motta di Livenza - i sempre diversi elementi delle molteplici fenomenologie segniche, cromatiche e spaziali esperite lungo l’arco ultrasessantennale della sua ricerca”.
Nel motivare il senso di questi ultimi lavori Finzi spiega come, al piacere intellettuale, sia subentrato “il piacere della mano, che per tutta la vita è stata solo uno strumento delle idee e ora si assume la totale responsabilità di diventare essa stessa unica conduttrice del gioco, null’altro. Questa volta le intenzioni dello sguardo si accontentano dei brillori inebrianti del gioco”.
Pur diminuendo le mostre personali, nel corso del 2013 e 2014 numerose sono le esposizioni collettive che includono lavori storicizzati. È il caso di “Riccardo Licata e i maestri del mosaico” al Museo Nazionale di Ravenna, “Generazione anni ‘30” a cura di Giorgio di Genova, “La percezione creativa a Nordest. Collezionare arte optical e programmata” a Palazzo Todesco di Vittorio Veneto, “Vasarely-Fontana. Due mondi, due culture a confronto” al Maca di Cosenza, “Riccardo Licata e la pittura a Venezia da Dopoguerra” al Museo Civico di Palazzo Te a Mantova a cui si aggiunge, tra le altre, l’originale proposta espositiva di Sandro Parmiggiani che, nel novero delle manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, invita novanta artisti contemporanei a rivisitare pittoricamente una bandiera scelta tra quelle che nel 2011 furono esposte nelle strade di Reggio Emilia, Città del Tricolore.
Esce il primo volume del catalogo generale delle opere su carta curato da Michele Beraldo e Dino Marangon. Con “Artisti Spaziali a Venezia”, nel 2015 Toni Toniato torna a occuparsi dell’amico artista inserendo l’opera di sua proprietà “Scale cromatiche” del 1952 nel contesto della mostra che inaugura lo spazio espositivo dei fratelli De Marco a Venezia, all’indomani del convegno promosso dall’Ateneo Veneto sullo “Spazialismo”.
Con le opere provenienti dal lascito del medico e collezionista vicentino Alessandro Ghiotto, animatore dal 1968 al 1975 del Premio Trissino, si inaugura a Palazzo Chiericati di Vicenza “Le strutture del primario”. Il catalogo edito dai Musei Civici di Vicenza, a cura di Giovanni Villa e Stefania Portinari, presenta le opere “Figura cromatica” del 1955 e “Il verso del colore in grigio” del 1999.
Nel 2016 è presente in due distinte esposizioni alla Gr Gallery di New York, “The Sharper Percepition” e “The Great Beauty of Venice”, espone inoltre a Palazzo Todesco di Vittorio Veneto nella mostra “La luce di Guidi fra spazi e linguaggi nuovi” e alla “La Macchina del Movimento del Futurismo al contemporaneo” a Palazzo Mathis di Bra, in provincia di Cuneo.
Incide un lavoro a punta secca su lastra di zinco per una cartella di calcografie originali tirate in 25 esemplari contenente i lavori di Nangeroni, Satta e Cappelletti, presentata da Dino Marangon alla Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto.

Intanto, abbandonata la “nudità” estrema del terreno sul quale operava “ludicamente” e con assoluta libertà, l’artista insegue ancora una volta l’imponderabilità della materia, torna, come effetto di un ribaltamento di campo, a riflettere sulle ricerche ottico percettive. La nuova serie di opere, concepite a partire dal 2015 e intitolate “alternando lo sguardo”, vengono presentate sul finire del 2016 nello spazio espositivo permanente della Fondazione Ambrogio di Mareno di Piave (Tv), in contemporanea alla mostra antologica “Contra-dizioni” inaugurata a Palazzo Bottagisio di Villafranca in collaborazione con la galleria E3 Arte contemporanea di Brescia.
Nel 2017 è’ presente ad Arte Fiera Bologna 2017 nell’ambito “Solo show” con quadri anni ‘50-‘60 e ’70, e a “Arte Astratta in Europa, anni ‘50-‘70” alla Galleria Michelangelo di Bergamo. Nel corso di tutto il 2018 è invitato a diverse mostre collettive, tra queste: “Pittura di Guerra. Nel centenario della I Guerra Mondiale”, a cura di Dino Marangon; “Atelier Venezia. Gli studi della Bevilacqua La Masa, 1901-1965”, a cura di Stefano Cecchetto; sempre nelle sale espositive della Galleria Bevilacqua La Masa di San Marco è presente con un ampio numero di opere anni cinquanta a “Spazialisti a Venezia”, curata da Giovanni Granzotto.
La Poly Art Contemporary di Milano allestisce un’ampia antologica personale, a cura di Michele Beraldo e Leonardo Conti. Vengono inoltre esposte le ultime opere intitolate “lo sguardo contraddice sé stesso” i cui termini della contraddizione si ricompongono ancora una volta per opposizione nelle forme esatte della geometria e nella scorrevolezza del dripping. Al principio del 2019 esegue alcuni lavori su tela di piccole dimensioni, attraverso i quali emerge la necessità di abbandonarsi totalmente al piacere estemporaneo del gesto pittorico, si tratta degli ultimi dipinti realizzati nel suo studio, prediligendo d’ora in avanti le sole opere a pastello e collage su cartoncino.
Nel corso di quello stesso anno è inserito con alcune sue opere anni cinquanta nella mostra “Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate”, ad Aosta poi a Monfalcone. Due opere degli anni ottanta vengono invece richieste per l’esposizione “La galleria del Cavallino. Vetrina e officina 1966-2003”, realizzata da Stefano Cecchetto in collaborazione con l’Archivio Cardazzo.

Il 9 dicembre all’Ateneo Veneto di Venezia il compositore Claudio Ambrosini, nel contesto della conferenza “Come ascoltare la musica contemporanea. Tempo e Spazio”, proietta alcuni dipinti dell’artista relazionandoli all’espressione musicale contemporanea.
Sul finire del 2020 esce per Silvana editoriale il Catalogo ragionato dei dipinti dal 1949 al 2019, a cura di Michele Beraldo con i testi di Dino Marangon e Leonardo Conti. La presentazione, promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e curata da Elisabetta Barisoni, viene organizzata al Centro Culturale Candiani di Mestre nel novembre del 2021, alla presenza dell’artista.

Presentazione del catalogo generale. Da sinistra: Leonardo Conti, Dino Marangon, Elisabetta Barisoni, Michele Beraldo
Per il suo novantesimo compleanno l’amministrazione comunale di Venezia (su indicazione di Gianfranco Maraniello, Gabriella Belli, Matteo Dolfin e, tra gli altri componenti della giuria, Karole Vail, direttrice del Guggenheim Museum Venezia e Riccardo Caldura, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia) gli conferisce al Teatro Toniolo il Premio Mestre alla Carriera.
