PATOLOGIA DELL'ESPRESSIONE

A cura di Dino Marangon e Michele Beraldo
Castelfranco Veneto, 2011
Catalogo della mostra di opere inedite su carta del 1981. Teatro Accademico di Castelfranco, 12 febbraio - 27 marzo 2011.

[...] L’improvvisa comparsa sulla scena artistica internazionale di fenomeni quali la Bad Painting negli Stati Uniti, del neo-espressionismo in Germania e della Transavanguardia in Italia, inducono Finzi a ritenere inevitabile, pur nella consapevolezza del disagio e del pericolo che ciò potrebbe comportare, la “contaminazione” con alcuni aspetti della figurazione.
Come è noto la figurazione post-moderna e neo figurativa che sorge sul finire degli anni settanta ma che s’impone nel decennio successivo, scivola verso una rappresentazione volutamente sgrammaticata della forma riproponendo alcuni dei caratteri specifici dell’espressionismo tedesco. Questo specifico atteggiamento, regressivo nei confronti della storia, tale da costituire un ponte con modelli pittorici precedenti la rivoluzione kandiskiana, avrebbe mortificato l’aspirazione di chi, come Finzi, codificava come attuale il solo linguaggio dell’astrazione. La possibile discontinuità era semmai giustificabile all’interno di un tracciato che sembrava inevitabilmente indicato dalla storia verso una direzione aniconica, mentre invece, tali espressioni e movimenti, sarebbero fatalmente sorti come reazione “calda” alle precedenti “fredde” estenuanti riflessioni attorno all’arte concettuale.
Il disorientamento verso una tale e impensabile involuzione, oltretutto sciatta nei modi e nelle espressioni anche soltanto elementari della forma, costrinse in qualche modo Finzi ad un confronto.