Fenomenologie del colore

di Toni Toniato
Matteo Editore, Treviso-Venezia 2009
Una ricognizione storica e interpretativa sino ad oggi mai tentata sull'opera di Ennio Finzi, viene portata a compimento da Toni Toniato attraverso questo libro che indaga ogni ambito fenomenologico della pittura di Finzi, dagli anni cinquanta agli anni duemila.

[...] Anima mundi, l’anima del mondo, è per Ennio Finzi il colore. Simile convinzione non dovrebbe apparire insolita per un pittore nato a Venezia in una città per eccellenza del colore ma soprattutto, questione di maggiore interesse per la seguente indagine, patria di una lunga quanto incomparabile vicenda artistica che a partire almeno da Giovanni Bellini e dal Giorgione è stata matrice - se così si può riassumere - di una vera e propria “civiltà del colore”, splendidamente continuata poi sino agli impressionisti e alle relative propaggini che hanno del resto influenzato l’intero sviluppo della storia della pittura moderna. Finzi che pure si è nutrito di quella cultura per eredità da ritenere addirittura genetiche e che vi si è infatti formato a diretto contatto con i grandi esempi di tale insuperabile tradizione, ha invece pensato e saputo poi costruire un’idea del colore radicalmente diversa e diversa persino dalle medesime fenomenologie percettive espresse dalle nuove e spericolate proposizioni aniconiche delle avanguardie astratte. E questo è potuto avvenire sulla stessa superficie fisicamente  bidimensionale dello spazio del quadro e con le materie più usuali della pittura, proprio perché Finzi ha cercato soprattutto di immaginare un colore innaturale, soltanto mentalmente esistente o, meglio, perché ha concepito una nuova fisica del colore e senza con ciò passare attraverso l’atomismo atmosferico dei divisionisti e senza neppure seguire la consistenza plastica e tonale del luminismo variamente declinato dai principali linguaggi pittorici del secolo scorso.