ENNIO FINZI
Galleria Il Traghetto, Venezia, 26 ottobre - 6 novembre 1981
Testo di Toni Toniato
[...] con queste prove Finzi ha liberato potenzialità latenti, inaugurando così una fase più complessa del suo lavoro creativo, giunto invero a un punto di estrema esattezza formale, culminante in una capacità analitica di per sé assoluta. Già in passato Finzi aveva alternato esperienze in apparenza di senso diverso: rigore strutturale da u lato, libertà inventiva dall’altro, polarità peraltro costanti nella sua storia.
[…] Oggi, Finzi comprova le stesse ragioni operative sul piano di una dimensione che estende quel processo linguistico alla vitalità emozionale di una liberazione fantastica dell’immagine, di una invenzione che trascrive la grazia di uno stato originario, di una partecipazione svincolata da ogni condizione precostituita. Tutto ciò genera una pienezza lirica che si allarga, si moltiplica, sfonda lo spazio e rimuove le pulsioni cromatiche, carica i segni di una felicità allusiva, di una innocenza visiva che risplende di una propria originaria ed incantata bellezza. Ogni foglio diventa un incontro provvisorio ma insostituibile di energie che suscitano immagini, luogo di fabulazioni e di evocazioni […] Finzi ritrova a decantare con lirismo trasparente le forme e i ritmi di una pittura che si evolve nella spazialità indefinita del colore, nella densità impalpabile della superficie. Vi scorre una felicità incontenibile che invade nel colore lo spazio del foglio [...].