Bevilacqua La Masa
Venezia, Galleria BEvilacqua La Masa
22 settembre 1953 espongono
BLENNER/BONSO/FINZI/GERARDI/LICATA/TOCHET/ZENNARO
Testo di Bruno Alfieri
Assieme a Riccardo Licata, Saverio Rampin, Bruno Blenner, lo scultore Zennaro, e tre artisti oggi pressoché dimenticati: Bonso, Gerardi e Tochet, nel settembre del 1953 espone alla Fondazione Bevilacqua in una mostra curata dal critico Bruno Alfieri, che intendeva fare il punto sulle ricerche non figurative dei migliori giovani artisti veneziani. Nel testo di presentazione, Alfieri (che fu oltretutto l’editore dei cataloghi della Biennale e fondatore di riviste d’arte e di architettura di grande successo) sosteneva che a Venezia, dove “circola un’aria più carica di lieviti creativi che non in molte altre città europee dall’attività statica” i “giovanissimi” artisti lavorassero “in una città dove le mostre d’arte (e talvolta anche le più importanti) sono più numerose dei vaporetti della flotta comunale, quindi anche la loro mostra rischia di scomparire […] Non importa. Essi espongono per vedere le loro opere appese ad una parete illuminata bene, per giudicarle essi stessi. Dopo, chiusa la Mostra, riporteranno le loro opere a casa e continueranno a lavorare sempre più ricchi di emozioni e di illuminazioni. Il pubblico, la critica, i mecenati, gli altri artisti, ammireranno le loro opere? La mia modesta opinione personale è che queste opere meritano di essere viste.”